Il pediatra reumatologo per la salute dei nostri ragazzi
Alla luce della recente evoluzione dell’epidemia da Covid-19 e dei recentissimi provvedimenti adottati dal Consiglio dei Ministri estesi a tutta la popolazione Italiana, la SIR tiene a ribadire alcuni principi fondamentali di comportamento nei confronti dei pazienti reumatologici.
1) Si ribadisce che la sospensione generalizzata delle terapie farmacologiche per le patologie reumatologiche è un atteggiamento ingiustificato e rischia di generare una moltitudine di riattivazioni cliniche che sarebbero molto pericolose per la maggior parte dei nostri pazienti. Resta fermo l’invito a un monitoraggio stretto e a un atteggiamento terapeutico che deve essere valutato caso per caso da parte del clinico;
2) I pazienti reumatologici in trattamento con farmaci potenzialmente immunosoppressivi devono attenersi alle disposizioni ministeriali per la prevenzione delle infezioni; può essere incoraggiata, quando possibile e quando ritenuta utile, la pratica del lavoro a distanza;
3) Stiamo per richiedere ad AIFA una proroga temporanea sui rinnovi dei piani terapeutici per alcuni farmaci che richiedono questa procedura in modo da evitare afflussi ulteriori al SSN per i pazienti che necessitano di rinnovo, assicurando anche in questi casi la continuità terapeutica;
4) A fronte di alcuni quesiti pervenuti circa la limitazione della dispensazione del farmaco Tocilizumab che potrebbe essere richiesto per indicazione al trattamento di severe forme di polmonite interstiziale da Covid-19, comunico che Roche, interpellata nella giornata di ieri, ha assicurato di essere in grado di garantire un approvvigionamento del farmaco in modo che sia garantita la continuità terapeutica per i pazienti reumatologici in trattamento;
5) In linea con quanto disposto dalle autorità ministeriali è prevedibile che le attività ambulatoriali, di day hospital e infusionali possano essere fortemente limitate in questo periodo presso tutti i presidi reumatologici. La SIR invita i clinici a mantenere uno stretto controllo sui pazienti in trattamento con farmaci biologici, mantenendo in attività tutti i servizi ambulatoriali per l’accoglienza e il monitoraggio di questi pazienti.
Luigi Sinigaglia – Presidente SIR
Sei disponibile a dedicare 1 mattina alla settimana/o ogni 15 giorni (dalle 9.00 alle 12,30) ai nostri piccoli pazienti e alle loro famiglie? Potrai far parte della nostra famiglia!
E’ una mattina che riempie d’amore, di sensazioni dolcissime, di comprensione e rispetto. E’ un’esperianza che fa crescere e riempie di calore e umanità.
Tener compagnia e far giocare i bambini in attesa delle visite, informare e aiutare i genitori che lo richiedono, collaborare alla campagna di prevenzione dell’artrite idiopatica (reumatoide) giovanile.
La sede è l’Istituto Ortopedico Gaetano Pini di Milano, Ambulatori di Reumatologia Pediatrica.
Per informazioni telefonare a ARG-ITALIA Onlus al nr. 340.2264313,
oppure inviare una email ad [email protected]. Ci sarà un breve
corso di apprendimento e poi l’affiancamento ad altri volontari già
esperti.
Contiamo anche su di te!
ARG-ITALIA Onlus è una piccola associazione
che vive grazie al sotegno di chi ci crede.
E noi tutti noi ci crediamo…fermamente!
Il 30 novembre, in occasione dei 50 anni di Reumatologia al Gaetano Pini, è programmato un evento dedicato a pazienti e professionisti del settore, per approfondire e prospettare interventi futuri mirati alla miglior qualità di vita per il paziente reumatico.
Questo è il link del programma: 50 anni di Reumatologia al G.Pini
I posti sono limitati ed è opportuno registrarsi tempestivamente online come indicato alla fine del programma su www.asst-pini-cto.it oppure al link https://it.surveymonkey.com/r/
E’ stata promossa una raccolta di testimonianze di pazienti, volontari, medici, che possa illustrare gli aspetti organizzativi, medico-sociali e umani vissuti dai protagonisti.
Alcuni testi selezionati verranno letti durante il convegno per il Cinquantennale e gli Autori riceveranno una medaglia di riconoscimento.
Vi aspettiamo numerosi!
21 Settembre 2017
Il Parlamento Europeo ha approvato in prima lettura ed a larga maggioranza la stesura dell’AEA, l’Atto Europeo sull’accessibilità.
Il testo, che verrà discusso con il Consiglio una volta che gli Stati membri abbiano espresso la propria posizione, vuole costituire la base per un miglioramento delle condizioni di vita di circa 80 milioni di persone diversamente abili che attualmente vivono in Unione Europea, rendendo i prodotti e servizi, a partire da quelli fondamentali come telefoni, biglietterie e servizi bancari, più accessibili ai disabili.
I requisiti sull’accessibilità dovrebbero, inoltre, applicarsi anche ai luoghi pubblici dove un servizio è offerto, come le stazioni ferroviarie.
Durante il XV congresso del Gruppo di Studio di Reumatologia Pediatrica sono state affrontate le ultime novità e le tematiche di maggior interesse scientifico in ambito reumatologico pediatrico. Alcune di queste sono di seguito riportate.
Creare una rete reumatologica in tutte le regioni per garantire l’assistenza migliore possibile ai malati reumatici e istituire, al più presto, un apposito fondo nazionale per i farmaci biologici in reumatologia. E’ questa la richiesta avanzata dalla Società Italiana di Reumatologia (SIR) alla luce dei dati epidemiologici relativi all’introduzione, ormai 20 anni fa, di queste terapie.
da PHARMASTAR TV
“Le oltre 150 malattie reumatiche colpiscono cinque milioni di italiani – afferma il prof. Mauro Galeazzi Presidente Nazionale della SIR -. Si tratta di numeri importanti, è quindi indispensabile che le Istituzioni, il Ministero della Salute, l’Agenzia Italiana del Farmaco e le Regioni comprendano quanto siano fondamentali i farmaci biologici nel trattamento di alcune di queste. Garantiscono, infatti, una buona qualità di vita e quasi sempre consentono ai malati di tornare ad una esistenza normale. Le complicanze legate al lupus eritematoso per esempio si sono ridotte in modo importante. Lo stesso vale anche per l’artrite reumatoide (AR) e per tutte le artriti croniche infiammatorie che, nel loro insieme, interessano circa 450mila italiani. A fine anni 90, infatti, un paziente affetto da AR aveva un’aspettativa di vita di dieci anni in meno rispetto alla popolazione generale. Oggi invece è assolutamente identica”.
Il nostro Paese, purtroppo, risulta al terzultimo posto in Europa per la prescrizione di farmaci biologici in ambito reumatologico.
“Queste cure che in Italia hanno mediamente il prezzo più basso di tutto il Vecchio Continente – aggiunge il prof. Galeazzi – hanno drasticamente ridotto il numero dei ricoveri ospedalieri che ormai sono quasi inesistenti. E inoltre permettono di abbattere anche i costi legati alle assenze dal lavoro e alle pensioni di invalidità. L’artrite reumatoide, invece da sola, implica costi sociali per oltre 3 miliardi di euro l’anno. I guadagni e i risparmi che possiamo ottenere, sia per i singoli pazienti che per l’intera collettività, sono impressionanti. E’ perciò fondamentale che queste terapie innovative siano utilizzate da tutti i reumatologi, ovviamente sempre rispettando i criteri di appropriatezza. Tuttavia oggi assistiamo a continui inviti, da parte degli assessori regionali e dei direttori generali delle aziende sanitarie, a un contenimento dei costi legati ai farmaci biologici”.
“Un fondo per le cure ma anche una grande attenzione alla prevenzione – aggiunge il Presidente SIR -. Come SIR partiremo con campagne educazionali in particolare contro il fumo che è un vizio che va assolutamente contrastato ma anche contro l’inquinamento da polveri sottili che sembrano poter contribuire nel determinare la comparsa anche dell’artrite. Le sigarette infatti non sono responsabili dell’insorgenza solo del cancro e di disturbi cardio-vascolari o respiratori. Anche le malattie reumatologiche risultano più diffuse tra i tabagisti”.
“Le innovazioni terapeutiche e, in particolare, i farmaci biologici hanno davvero segnato una forte discontinuità – conclude il prof. Galeazzi -. Per questo chiediamo l’istituzione di una rete reumatologica regionale e di fondo simile a quello ottenuto per i farmaci oncologici che almeno in parte potrebbe provenire da un aumento delle accise sul tabacco. Così facendo potremmo garantire ai pazienti di tutte le regioni queste efficaci molecole salvavita che rappresentano un fondamentale investimento di salute pubblica. Infine potremmo anche disincentivare uno stile di vita estremamente pericoloso”.
Dalle cure odontoiatriche alla radiologia alla risonanza magnetica, dai test genetici alla terapia anti colesterolo: sono 208 le prestazioni che potrebbero essere giudicate inappropriate e che il cittadino potrebbe, di conseguenza, dover pagare interamente di tasca propria. Se la prescrizione non risponderà ai criteri indicati dal decreto in preparazione, la Asl potrà intervenire e sanzionare il singolo professionista nel caso in cui non sia in grado di motivare la sua scelta. Il testo del provvedimento sta per essere inviato alla Conferenza delle Regioni. Di seguito le dichiarazioni rilasciate all’ANSA da Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato.
Cittadinanzattiva: “Il medico eviterà prescrizione esami per paura”
(ANSA) – ROMA, 23 set. – Associazioni di cittadini e pazienti pronti ad unire le loro forze con i sindacati di medici e sanitari per un obiettivo ben preciso: evitare che il decreto sulle prestazioni inutili annunciato dal Ministero della salute si traduca in realtà. “Contro la prospettiva di un medico trasformato in ‘funzionario’ è necessario confrontarsi per azioni comuni”, commenta all’ANSA Tonino Aceti, portavoce del Tribunale dei Diritti del Malato Cittadinanzattiva. “Avevamo già annunciato la nostra intenzione di mobilitarci e siamo pronti – prosegue – anche a farlo insieme a medici e sanitari su questo specifico tema. Non possiamo non intervenire vedendo che si vuol trasformare il medico da professionista che agisce in scienza e coscienza a funzionario amministrativo che esegue comandi dall’alto per fare cassa”.
L’inappropriatezza del resto, “non si contrasta per decreto”. “L’appropriatezza si promuove facendo formazione al personale e ai medici, facendo cultura e utilizzando linee guida: tutto questo è stato dimenticato”. Un decreto simile “incentiverà la medicina ‘astensiva’, il contrario di quella difensiva ma non meno dannosa, che spinge il medico a non prescrivere, perché se prescrive viene multato. Questo proprio nel momento in cui i dati ci dicono che aumenta la popolazione che non riesce ad accedere alle prestazioni per motivi economici e liste d’attesa”. Più che lottare contro l’inappropriatezza si vuole razionare il paniere delle prestazioni garantite. Dimenticando, conclude, che definire cosa è appropriato attiene al medico, e non può esser fatto a priori, prescindendo dal malato specifico”.