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Esami inutili? Non si decidono per decreto!
Dalle cure odontoiatriche alla radiologia alla risonanza magnetica, dai test genetici alla terapia anti colesterolo: sono 208 le prestazioni che potrebbero essere giudicate inappropriate e che il cittadino potrebbe, di conseguenza, dover pagare interamente di tasca propria. Se la prescrizione non risponderà ai criteri indicati dal decreto in preparazione, la Asl potrà intervenire e sanzionare il singolo professionista nel caso in cui non sia in grado di motivare la sua scelta. Il testo del provvedimento sta per essere inviato alla Conferenza delle Regioni. Di seguito le dichiarazioni rilasciate all’ANSA da Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato.
Cittadinanzattiva: “Il medico eviterà prescrizione esami per paura”
(ANSA) – ROMA, 23 set. – Associazioni di cittadini e pazienti pronti ad unire le loro forze con i sindacati di medici e sanitari per un obiettivo ben preciso: evitare che il decreto sulle prestazioni inutili annunciato dal Ministero della salute si traduca in realtà. “Contro la prospettiva di un medico trasformato in ‘funzionario’ è necessario confrontarsi per azioni comuni”, commenta all’ANSA Tonino Aceti, portavoce del Tribunale dei Diritti del Malato Cittadinanzattiva. “Avevamo già annunciato la nostra intenzione di mobilitarci e siamo pronti – prosegue – anche a farlo insieme a medici e sanitari su questo specifico tema. Non possiamo non intervenire vedendo che si vuol trasformare il medico da professionista che agisce in scienza e coscienza a funzionario amministrativo che esegue comandi dall’alto per fare cassa”.
L’inappropriatezza del resto, “non si contrasta per decreto”. “L’appropriatezza si promuove facendo formazione al personale e ai medici, facendo cultura e utilizzando linee guida: tutto questo è stato dimenticato”. Un decreto simile “incentiverà la medicina ‘astensiva’, il contrario di quella difensiva ma non meno dannosa, che spinge il medico a non prescrivere, perché se prescrive viene multato. Questo proprio nel momento in cui i dati ci dicono che aumenta la popolazione che non riesce ad accedere alle prestazioni per motivi economici e liste d’attesa”. Più che lottare contro l’inappropriatezza si vuole razionare il paniere delle prestazioni garantite. Dimenticando, conclude, che definire cosa è appropriato attiene al medico, e non può esser fatto a priori, prescindendo dal malato specifico”.